SCRIVI LA TUA STORIA!

Ogni vita merita un Romanzo ... Quando raccontarsi è terapia per auto-aiutarsi e farsi aiutare.
Hai aperto la tua casa a qualcuno che ti ha illusa e ti ha abbandonata?
Hai scelto la donna "sbagliata", sei recidivo e perseveri nell'errore?
Scrivi la tua storia! Un blog per lasciarsi guidare da "chi dentro di te" sa già dove condurti affinché tu veda ciò che già conosci.

domenica 29 gennaio 2012

Lettera da parte di .... Un Amico

A vent’anni non ero mai stato con una ragazza. Fino ad allora ero solo stato innamorato di una mia compagna di classe al liceo. Intagliavo cuori sugli alberi con il mio temperino ed i nostri nomi dentro. Solo l'anno della maturita’ trovai il coraggio di rivolgerle la parola ma quando mi trovavo nella situazione adatta per dichiararle il mio amore o per baciarla la mia timidezza aveva il sopravvento e mi bloccavo completamente.

A diciotto anni, dopo la licenza liceale, d'estate, avevo baciato per la prima ed unica volta una ragazza. Era un'altra compagna di scuola di cui mi avevano fatto leggere il diario dove c'era inequivocabilmente scritto che moriva dalla voglia di stare con me. Pero' non ne ero innamorato e la cosa non mi piacque molto, cosi' dopo un po' non sapevo piu' cosa fare e lasciai perdere.

Cio' non toglie che le ragazze mi interessassero molto, anzi moltissimo !

Ero andato a passare l'ultimo dell'anno a casa di amici. Era una casa molto grande ed eravamo solo ragazzi e ragazze, forse una ventina in tutto. C'era anche Mauro, un mio compagno di liceo dell'ultimo anno con cui avevo fatto parecchia amicizia, che si era da poco trasferito nella mia citta’ da Milano e aveva portato una sua amica di li’. Mi ricordo che quando vidi Paola per la prima volta era nel bagno di spalle che lavava qualcosa, con la schiena nuda, forte e bellissima. Parlammo un po’ e mi sembro' che si interessasse un po' a me.

La sera andammo tutti a ballare in discoteca e mi ritrovai sulla pista con Paola. Ad un certo punto lei comincio' ad avvicinarsi e, senza che avessi il tempo di capire cosa stava succedendo, mi mise le mani sui fianchi e comincio' a stringersi a me. Io ero imbarazzato e non sapevo bene cosa fare Alla fine andammo ad un tavolino a chiaccherare un po', cosi' per prendere tempo. Poi presi il coraggio a due mani e, praticamente con un atto di eroismo, la portai fuori la baciai. E questa volta fu molto piacevole.

Quella sera non successe piu' molto.Ma il pomeriggio del giorno successivo, mentre riposavo un po' sul letto, lei si avvicino' e mi mise una mano nei capelli, poi si tolse il maglione e venne ad infilarsi nel mio sacco a pelo. Mentre ci baciavamo lei si avvinghio' con le gambe alle mie e fece varie altre cose, ed il mio cuore comincio' a battere all'impazzata ed ebbi dopo pochissimo il primo orgasmo (non procurato da me stesso) della mia vita.

Sarebbe stato cosi' facile dirglielo e ridere insieme della mia inesperienza e poi chiederle se voleva essere lei ad insegnarmi a fare l'amore per la prima volta. Ma invece mi alzai con una scusa ed andai in bagno a cancellare in qualche modo le tracce palesi della mia inadeguatezza. Ero confuso, tornai da lei ma la trattai un po' freddamente. Il resto della serata lo passammo a chiacchierare un po' con gli altri.

Poi successe che, ad un certo punto, andando con Paola a prendere qualcosa nella mia valigia saltasse fuori un pacchetto di preservativi. Paola fu contenta e mi disse che ero stato proprio bravo ad averli portati e che quella notte voleva che consumassimo l'intero pacchetto e mi prese in giro dicendo che chissa' con quante ragazze ero stato per essere cosi' ben organizzato .

Io feci finta di niente, in realta' i preservativi li aveva messi nella valigia mio padre a mia insaputa !

La notte non trovammo una stanza dove dormire da soli cosi’ unimmo i nostri sacchi a pelo e ci mettemmo davanti al camino nel salone dove dormivano anche altri ragazzi e ci facemmo tenerezze di vario ordine e natura per tutta la notte, ma non potevamo fare l'amore in quella situazione. La mattina dopo ci scambiammo indirizzo e telefono e lei parti’ Per qualche tempo non feci altro che pensare a Paola. Decisi allora di andare a trovarla a Milano e lei mi sembro' contenta.

Non sapevo molto di lei, solo che aveva diciassette anni, che i genitori erano separati e che lei viveva sola con la madre. Sapendo che ero un amico di Mauro la mamma fu molto gentile e mi invitarono a cena e dissero che potevo dormire li'.

Alle otto lei usci' per andare a scuola. Io feci colazione con la mamma e le chiesi se potevo restare per qualche giorno. Poi uscii, andai a prendere un altro caffe' ed a leggere il giornale al bar ed a passeggiare ed all'una l'andai a prendere a scuola portandole una rosa rossa.

Finalmente, un paio di giorno dopo, la mamma ando’ fuori citta’ per delle lezioni, e noi avevamo un lungo pomeriggio da passare a casa da soli.

Ma quel pomeriggio avvenne una tragedia, forse la piu’ grande della mia vita fino ad allora. All’avvicinarsi del momento di fare l’amore “davvero” l'incanto delle altre volte era svanito per lasciare il posto in me ad una ansia ed ad un nervosismo assurdi. Evidentemente non mi importava piu' molto di lei ma ero solo concentrato su me stesso e la “prova” che avevo di fronte. In realta' ero terrorizzato dalla situazione, cominciavo a sudare freddo e non avevo la minima eccitazione. Naturalmente era anche previsto che, essendo cosi' esperto, dovessi usare il preservativo, e questo certo non mi aiutava!

Cominciai a dire che una cosa cosi' non mi era mai successa,che non capivo come mai, forse non mi sentivo bene e cose del genere. Intanto non succedeva proprio nulla, nonostante i suoi sforzi di farmi cose carine e di dirmi cose gentili. Dopo un po' lei comincio' ad essere un po' perplessa, non per il fatto in se, immagino ( continuava a dire che erano cose normali, che era capitato a vari suoi amici o ragazzi con cui era stata), ma per il mio comportamento. Io ero infatti sempre piu' disperato e chiaramente lei non esisteva piu' ed esisteva solo il mio problema. Ad un certo punto cominciai perfino a toccarmi io stesso, con una furia cieca, ed alla fine, sempre senza nessuna eccitazione ed alcun piacere, sparsi il mio seme inutilmente.

Lei, che ormai assisteva attonita al mio comportamento assurdo e ridicolo, a questo punto, giustamente, si arrabbio' davvero e mi disse che se dovevo andare a masturbarmi lo andassi a fare da qualche altra parte, e che lei era stata con un sacco di ragazzi ma uno cosi' stupido ed imbranato non lo aveva mai trovato.

Alla fine ci rivestimmo ed io ero distrutto, e pensavo davvero che sicuramente ero definitivamente impotente, e volevo proprio morire.

I giorni successivi non parlammo piu' di questo episodio e il mio rapporto con Paola all’apparenza riprese normalmente. Volevo pero' a tutti i costi restare ancora a Milano, forse per stare ancora con lei, forse pensando ad una seconda occasione. Ma nei giorni successivi, anche se l’occasione potevamo trovarla, non provammo piu' a fare l'amore sul serio. Io inventavo delle scuse non richieste che lei accettava di buon grado senza mettermi in difficolta'. Evidentemente io ero troppo spaventato e lei non piu' troppo interessata.

Alla fine dovetti partire, non avevo piu' soldi e dovevo studiare !

Per alcuni mesi Paola mi scrisse delle lettere tenere ed originali, con disegni coloratissimi e "collage". Io le rispondevo con lettere d'amore classiche, ma con il tempo cominciai a pensare a lei sempre di meno.

Pensavo invece sempre di piu' ed in modo ossessivo e drammatico ai problemi che avevo avuto a letto con lei. Ero praticamente sicuro che se mi fosse successo solo un'altra volta mi sarei ucciso. Soffrivo davvero moltissimo, mi torturavo in pratica una parte della mia mente non pensava ad altro e non riuscivo a combinare niente..

Passai un periodo orrendo, ero come spento, con la testa sempre a pensare al mio problema, senza saper reagire. Se poi incontravo una ragazza a cui mi sembrava di piacere un po' fuggivo a gambe levate, per il terrore che potesse volermi portare a letto.

Con l'avvicinarsi della primavera le lettere di Paola cominciarono a diradarsi e cosi' anche le mie. Un giorno mi scrisse " E' primavera e sbocciano i tetti delle cinquecento. Io mi sono messa con Sandro, ti penso sempre un poco ma ora amo lui".

Mi dispiacque, ma non fui particolarmente sconvolto. In un certo senso questa notizia, in fondo attesa, mi spinse ad affrontare la mia situazione ed a farlo razionalmente.

Andai a trovare un mio zio medico e gli raccontai per filo e per segno l'episodio di Milano, la mia preoccupazione di essere impotente e tutto il resto che mi tormentava.

Lui naturalmente mi disse che erano sciocchezze, che era assurdo prenderla cosi', che erano cose che capitavano ad un sacco di uomini e che anzi questo significava che ero un ragazzo sensibile e che avevo evidentemente bisogno di piu' tempo e di piu' amore e che dovevo trovarmi quindi una brava ragazza con cui fidanzarmi.

Cominciai cosi’ a guardarmi intorno alla ricerca di una ragazza riservata, timida e carina con cui mettermi insieme. La trovai quell'estate. Si chiamava Valeria e decisi di innamorarmi di lei e di farla innamorare di me. E ci riuscii.

Con Valeria tutto andava bene. Lei aveva diciotto anni, ma era molto chiusa e non era mai stata con un ragazzo e mi adorava. Decidemmo di comune accordo che per un po' non avremmo fatto l'amore completamente, ed io ebbi il tempo di abituarmi a stare con lei nell'intimita'. Col tempo cominciavo a desiderarla pero' sempre di piu', e credo che lo stesso succedesse a lei. A Natale c'era la casa dei miei genitori libera, e decidemmo di fare il grande passo.

Io ero sempre torturato dai ricordi e dalle paure, ma con Valeria mi sentivo tranquillo e controllavo la situazione. Avevo una gamba ingessata per una caduta e questo oltretutto, mi dava una buona scusa ! Non fu proprio facilissimo, ma piano presi coraggio e tutto si sistemo'.

Ricordo il momento in cui entrai in lei e sentii il flusso del suo sangue come il piu' bello della mia vita, la liberazione da un anno lunghissimo di tormenti, l'ingresso in una nuova vita, sentirmi un uomo finalmente.

La storia con Valeria fu bella. Imparai a fare l’amore e non la dimentichero’ mai. Ma non duro’ molto. Ho poi avuto una vita sentimentale complicata, ed ho vissuto molte storie senza senso. Ora credo di aver raggiunto un equilibrio ragionevole : non aspiro ad una vita tranquilla ma non vado in cerca di avventure inutili.

Di tanto in tanto mi capita di nuovo di avere qualche problema con una donna all’inizio di una storia se per qualche motivo mi sento insicuro. Al momento ci resto male, ma in fondo poi non mi dispiace : l'idea che posso avere dei problemi mi aiuta a mettermi solo nelle storie quando mi sembra che ne valga veramente la pena !